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14485077_173481636428883_4111932600008063999_nSi è concluso da pochi giorni “Il Festival delle Culture – Meet me Halfway”, promosso dalla HYRO Human Rights Youth Organization.

L’evento ha animato il quartiere Zen2 di Palermo dal 23 al 25 settembre scorso. A questo appuntamento, giunto alla sua quinta edizione, ha partecipato anche la Biblioteca Vivente Sicilia, riscuotendo grande successo.

Il format della Biblioteca Vivente nasce in Danimarca nel 2000 ed è ormai un movimento consolidato a livello internazionale. A ideare il tutto è stato Ronni Abergel assieme ad un gruppo di giovani attivisti: la differenza con le biblioteche normali sta nel fatto che anziché sfogliare un libro, si inizia una conversazione di 20/30 minuti con una persona in carne e ossa. Ogni lettore sceglie un libro vivente in base ai titoli che racchiudono la sua storia.

Maghweb ha incontrato Senem Kalafat, coordinatrice della Biblioteca Vivente Sicilia riconosciuta dalla Human Library Organization, il network globale che coordina tale iniziativa. Senem ci ha parlato della nascita del progetto della Biblioteca Vivente in Sicilia: “Human Library Organization è ormai divenuto un movimento sociale a livello internazionale. Quest’anno celebra il suo 15° anniversario ed è presente in 70 paesi. Le prime ad esportare il format anche in Italia sono state organizzazioni molto valide come quella della Biblioteca Vivente Bologna. Io sono venuta a conoscenza dell’iniziativa 6 anni fa, quando lavoravo per un progetto europeo presso il CEIPES (Centro Internazionale per la Promozione dell’Educazione e lo Sviluppo). Insieme ad altre due mie colleghe, Ana e Gaelle, abbiamo proposto all’associazione questa iniziativa. Ricevemmo un feedback positivo e il 21 Marzo 2010, durante la Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, organizzammo la prima Biblioteca Vivente a Palermo. In seguito, la Biblioteca Vivente si è mossa autonomamente e io sono divenuta il punto di riferimento per la Sicilia”.

Abbiamo poi chiesto a Senem come funziona la Biblioteca: “La nostra è una vera Biblioteca a tutti gli effetti. C’è la registrazione, ci sono i bibliotecari, i lettori e regole da rispettare. La differenza sostanziale è che al posto dei libri ci sono le persone, che attraverso un dialogo, condividono le loro esperienze di vita. Questo dialogo è interattivo, nel senso che i lettori possono porre delle domande, per capire di più sulla persona che hanno di fronte. Ogni libro ha una sua postazione e può ricevere solo un lettore alla volta per una conversazione che ha durata massima di 20/30 minuti. I bibliotecari facilitano poi il prestito dei libri”.

Quali sono gli obiettivi che si pone la Human Library? “La Biblioteca Vivente è un modo innovativo per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi e favorire la comprensione reciproca in modo positivo e divertente, attraverso la narrazione delle storie di vita, spesso caratterizzate da esperienze di discriminazione. Abbiamo molteplici obiettivi che ci poniamo con questa attività: in primis, la trattazione di argomenti legati ai diritti umani, poi l’istituzione di un dialogo tra i diversi partner della società civile. Vogliamo anche che la nostra attività possa divenire un ponte tra le culture, per promuovere una convivenza basata sulla conoscenza ed il rispetto della diversità e dunque far vivere ai partecipanti questa esperienza come un valore aggiunto ed un arricchimento per la comunità locale”.

La coordinatrice della Biblioteca Vivente Sicilia ha tracciato poi un bilancio dell’esperienza al “Festival delle culture”: “L’esperienza è stata coinvolgente ed emozionante allo stesso tempo. Tante persone sono entrate in contatto durante le giornate del Festival e abbiamo ricevuto molti feedback positivi. Nonostante la pioggia e la distanza è venuta molta gente: si sono infatti registrate all’archivio circa 40 persone e molte altre hanno voluto curiosare sulla nostra metodologia di lavoro. Realizzando il nostro lavoro in questi quartieri possiamo avere un impatto più forte sotto l’aspetto sociologico. Lo ZEN 2 è un quartiere verso il quale vi sono molti pregiudizi: cerchiamo di abbatterli attraverso la nostra metodologia di lavoro”.

Senem Kalafat ha infine spiegato quali sono i modi per avvicinarsi attivamente a questa realtà: “Per chi vuole saperne di più riguardo alla metodologia e ai nostri futuri eventi, consiglio di visitare la nostra pagina facebook . Per chi volesse invece diventare un libro umano e lavorare insieme a noi per eliminare i pregiudizi e per la promozione della diversità può contattarmi via e-mail al seguente indirizzo: senem.kalafat@hryo.eu”.

“In futuro – ha aggiunto Senem – ci saranno altre opportunità legate al nostro progetto della Human Library Sicilia, seguiteci!”