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Di Luisa Fontanazza – A guardare dalla cima d’una montagna le distanze si accorciano, e succede pure che Svizzera e Nepal siano più vicini. Lukla è un piccolo paese della Khumbu Valley, dove iniziano molte spedizioni verso il Monte Everest. Kandersteg invece è un villaggio delle alpi bernesi, a valle del famoso valico del Lötschenpass. Carolyn Künzi, svizzera, maestra di scuola elementare e albergatrice che sull’Himalaya ha trovato una seconda casa, con la sua SSEF Swiss Sherpa Education Foundation – ha creato un legame tra questi due luoghi e culture, perché l’educazione è la vera distanza che, se accorciata, cambia il paesaggio sociale.

Carolyn Künzi

La SSEF è una fondazione benefica che supporta economicamente i bambini Sherpa e le loro famiglie. “Nel Nepal rurale – racconta Carolyn – oggi è normale che i bambini lavorino per aiutare le loro famiglie: questo spesso significa trasportare a spalla carichi pesanti per molte ore, senza poter andare a scuola. Nei dintorni di Lukla, la maggior parte dei bambini lavora a supporto dell’industria turistica, assoldati principalmente come portantini o guide per le escursioni. Ci sono due scuole, una elementare e una media secondaria, il governo cerca di rendere l’educazione pubblica facilmente accessibile, ma questo comporta comunque dei costi spesso difficili da affrontare per le famiglie.”

L’impegno di Carolyn inizia nel 2008, quando in partenza per il suo primo viaggio in Nepal riceve una piccola somma da alcune concittadine da usare per aiutare dove fosse necessario lungo la strada. “Qualche anno prima, proprio a Kandersteg, ho conosciuto due Sherpa nepalesi durante un progetto internazionale per far conoscere le dinamiche dell’offerta turistica degli albergatori svizzeri a persone provenienti da ambienti naturali simili. Lhakpa e Nima Sherpa, i miei amici, hanno organizzato per me la possibilità di fare volontariato come insegnante a Lukla, la loro città natale. Essere Sherpa vuol dire appartenere a un gruppo etnico originario della parte più montuosa del Nepal, sono buddisti e fortemente radicati nella loro vita di tutti i giorni. Dalla mia prima visita, sono stata accolta a braccia aperte nelle loro famiglie. La mia esperienza da insegnante d’inglese, sia nella scuola elementare sia nel monastero buddista locale, è stata incredibile! In Nepal mancano le cose più basilari – spesso perfino la carta – e allora bisogna essere creativi, nel mio caso, creare risorse didattiche con ciò che avevo in valigia. È servito del tempo per decidere cosa fare dei soldi che mi erano stati affidati prima di partire, ma poi insieme a Lhakpa, ho deciso di usarli per qualcosa che potesse avere un impatto a lungo termine: borse di studio per i bambini Sherpa.”

La SSEF ha iniziato supportando cinque bambini e le loro famiglie; tre di loro sono adesso universitari, e continuano a essere seguiti mentre frequentano il college nella capitale nepalese. Correntemente altri 12 bambini vengono aiutati in modo continuativo: ciò significa coprire le spese per le rette scolastiche, gli esami, le uniformi, i libri e il materiale didattico, oltre che provvedere a un supporto economico diretto alle famiglie, per compensare gli stipendi che i bambini avrebbero guadagnato lavorando. “Molte delle famiglie che abbiamo conosciuto vivono situazioni difficili, dove la perdita di un genitore o delle malattie e disabilità croniche rendono arduo trovare lavoro e provvedere al proprio sostentamento. Permettere a un bambino di studiare e aiutare le famiglie nel loro quotidiano richiede solo € 20 al mese.”

La SSEF è una piccola organizzazione che devolve il 100% delle donazioni ricevute alla sua missione educativa; in seguito al devastante terremoto del 2015, ha supportato anche vari villaggi nella ricostruzione. “Il nostro è un impegno umano, non vogliamo farne un lavoro. Siamo riusciti a crescere nella nostra capacità di intervento, e continueremo la nostra azione. Il Nepal e le sue persone sono incantevoli! Ho conosciuto là alcune delle mie cose preferite: i suoni e i profumi della vita Sherpa, come il legno di ginepro bruciato per gli spiriti e il timbro dei corni suonati dai monaci, le preghiere colorate al vento e il sapore dolciastro del tè. A chi ama la montagna come me, permette di camminare sulle orme di grandi eroi come Tenzing Norgay Sherpa, Edmund Hillary e molti altri coraggiosi, ma a tutti insegna la coesistenza pacifica, anche nell’apparente caos di Kathmandu! Nulla ci ripaga quanto vedere bambini felici, a scuola, che si trasformano in giovani adulti responsabili e appassionati a lavorare per migliorare il loro Paese”.

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