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festival delle letterature migranti palermo

Cu avi lingua passa u mari, chi possiede il linguaggio attraversa il mare, antico proverbio siciliano che è diventato slogan del primo Festival delle Letterature Migranti  Palermo arabo-normanna, da mercoledì 7 all’11 ottobre, a ribadire che solo la narrazione e il raccontarsi può dare senso e redenzione al dolore dello sradicamento, al naufragio delle identità, al viaggio migrante. Il centro storico di Palermo per 5 giorni tornerà a popolarsi dei protagonisti di diaspore vecchie e nuove, autori, testimoni, individui, popoli in marcia per terra e per mare che hanno ridisegnato, e continuano a farlo, il profilo dell’Europa, le politiche estere dei governi, la nostra percezione della storia.

 

Isoke Aikpitanyi, nigeriana che ha raccontato la tratta delle connazionali in Italia, Muauia Alabdulmagid musicista siriano traduttore della letteratura italiana in arabo, Esmahan Aykol, scrittrice di gialli che vive a metà tra Berlino e Istanbul, Najwa Ben Shatwan, giovane scrittrice libanese non ancora tradotta in Europa e promessa della scrittura araba, Limam Boishatornato nel Sahara Occidentale, poeta e giornalista radiofonico, Alexandra Dejoli, nata nella ex Jugoslavia, scrittrice transgender, Régis de Sà Moreira, padre brasiliano, madre francese, scrittore, vincitore del premio “Le Livre Elu”, Teresa Garbì, pseudonimo di Teresa Garcia Ruìz, scrittrice e drammaturga di Saragozza, Yasmina Khadra, ovvero Mohamed Moulessehoul, ex ufficiale, il più conosciuto scrittore algerino contemporaneo emigrato in Francia, Pap Khouma, senegalese ormai italiano, scrittore e giornalista, Kossi Komla-Ebri, scrittore, medico, giornalista del Togo che ha scelto Bologna, direttore di una collana editoriale di letteratura migrante, Flore Murard-Yovanovitch, scrittrice e giornalista di origine serba attenta alle tematiche e ai problemi dell’immigrazione in Italia, Papa Ngady Faye, sudanese che vive a Lecce, libraio di strada, musicista, scrittore e griot, Alexian Santino Spinelli, rom italiano, musicista, saggista, insegnante, presidente nazionale della FederArteRom, Meir Shalev, israeliano, scrittore, attore, giornalista satirico, Khaled Soliman Al Nassiry, siriano, scrittore e regista, è tra gli autori del film Io sto con la sposa, Luan Starova, albanese, giornalista, scrittore, ex diplomatico, Hamid Ziarati, iraniano, laureato in Ingegneria a Torino, scrittore e voce critica dell’Iran.

 

Solo alcuni dei protagonisti stranieri del Festival che incroceranno le loro latitudini umane e professionali in un dialogo quotidiano con quegli autori italiani che più si sono interrogati sui fenomeni migratori, tra gli altri Roberto Alajmo, Marta Bellingreri, Gianni Biondillo Federico Bonadonna, Alessandro Dal Lago, Giosuè Calaciura, Sofia Gallo, Fabio Geda,il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, Annamaria Piccione, Evelina Santangelo, Fabio Stassi, Nino Vetri, Davide Camarrone, direttore artistico del Festival che, con i giornalisti Paola Caridi, Francesco D’Ayala e Lucia Goracci, affronterà la cronaca della migrazione come canone narrativo, la letteratura della realtà scritta ogni giorno da reporters e inviati ai confini d’Europa. Le opere degli autori protagonisti del Festival ed i volumi che ruotano attorno al tema delle migrazioni saranno disponibili presso il bookshop itinerante curato da Modusvivendi.

 

Non poteva essere che Palermo, il suo centro storico, la sede di un Festival sugli approdi e sui linguaggi. Palermo, il suo percorso arabo-normanno, cerniera geografica e antropologica tra Sud e Nord, Est e Ovest, cuore del Mediterraneo, diventa Patria di migranti e scrittori: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando consegnerà a Yasmina Khadra e a Khaled Soliman Al Nassiry la cittadinanza onoraria, primo nucleo di una comunità di autori che farà della città avanguardia europea nell’accoglienza, nella solidarietà, nel diritto di esprimersi e raccontarsiIl Sindaco ha motivato così le due cittadinanze onorarie: “La loro opera ha dato voce, con parole ed immagini al dramma dei migranti e dei profughi, ha raccontato la brutalità delle oppressioni e della repressione, ma ha anche raccontato i sogni, le speranze e l’anelito al cambiamento insito in tutti i popoli. Con la loro opera, hanno dato concretezza alla speranza di realizzazione di un incontro tra culture, letterature, musiche, poesie che si fondono, si scambiano, si contaminano, si arricchiscono, nel sogno comune di un futuro senza guerre e confini.”, dando seguito così alla Carta di Palermo 2015 sulla mobilità umana internazionale, diritto inalienabile. Incontri, cinema, teatro, musica in un centro storico che ha fatto della sedimentazione delle proprie e altrui diaspore, della propria migrazione attraverso la storia, identità e cultura: tra Piazza Marina e la Kalsa, tra Palazzo Steri che fu sede del tribunale dell’Inquisizione, oggi Rettorato, alla Chiesa di Santa Maria dello Spasimo alla Magione, da Palazzo delle Aquile, sede del Comune, a Palazzo Cefalà, sede della Consulta delle Culture, dall’Archivio Storico comunale a Palazzo Branciforte, al Museo delle Marionette, e poi teatri, facoltà universitarie, scuole, piazze e cortili. Cinque giorni a Palermo per essere allo stesso tempo alla frontiera e nel cuore di una nuova Europa.

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