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Igor Scalisi a lavoro nel quartiere

Negli ultimi mesi vi abbiamo raccontato delle varie iniziative intraprese nell’ambito del percorso “SOS Ballarò”, volte a rilanciare il quartiere palermitano.

In questo contesto si inserisce il progetto “Ballarò Tale”, che ha proprio come scopo principale quello di recuperare le storie di un quartiere antico come Ballarò e nello stesso tempo recuperarne il territorio, attraverso opere di pittura murale ispirate alle sue stesse storie e realizzate dai bambini.

Per saperne di più abbiamo contattato Claudio Arestivo, Presidente della ONLUS “Per Esempio”, organizzatrice dell’evento. Claudio ci ha parlato dell’idea del progetto, dei riscontri avuti nel quartiere e dei punti in comune con il precedente progetto “Borgo Vecchio Factory”. 

Da dove nasce l’idea di Ballarò Tale?

“Il progetto nasce da un’idea di Igor Scalisi e Alberto Nicolino. Negli ultimi mesi Ballarò è un quartiere in fermento in cui stanno succedendo tante cose interessanti, partendo da ciò ci siamo chiesti come connettere bambini ed anziani nel recuperare la storia del quartiere.

L’idea è stata sottoposta all’Assessorato alla Cultura che l’ha molto apprezzata e quindi approvata, finanziando così il progetto.

Tutto parte da una ricerca sul territorio del quartiere arrivando ad una raccolta di storie reali trasformate poi in favole per bambini. In questo sta proprio l’elemento innovativo: tradurre in storie per bambini i racconti del quartiere. A questo è seguita la fase della pittura realizzata da piccoli gruppi di bambini, questi disegni sono stati poi realizzati nei muri del quartiere con la guida di Igor Scalisi.ballaro-tale-bambini-disegno-igor-scalisi-palermo

Il filo conduttore delle storie è il personaggio ‘Peppe senza scuola’ che, se nelle storie è un bambino, in realtà è il signor Castrenze, un 72 enne che da analfabeta si è voluto iscrivere a scuola per imparare a leggere e scrivere, cosa che non aveva potuto fare da bambino. La storia della sua vita è stata anche pubblicata su un libro che ha vinto un premio di livello nazionale”.

Quali risultati state ottenendo a Ballarò?

“Sul quartiere abbiamo avuto un discreto impatto e il progetto, che è in divenire, continua svilupparsi. Basti pensare che domani (17 novembre) saremo in aeroporto per realizzare i disegni con i bambini che hanno partecipato al progetto e tante altre iniziative sono previste”.

Quali i punti in comune con il precedente “Borgo Vecchio Factory”?

“Ci sono dei punti in comune col Progetto “Borgo Vecchio Factory”, però si tratta di un lavoro diverso. Nel precedente progetto infatti ci si concentrava sul degrado del quartiere e il tema dei disegni dei bambini si basava proprio sull’eliminazione di tutto ciò che i più piccoli avrebbero voluto non vedere nel proprio quartiere. In questo caso vi è, invece, un valore simbolico più forte a mio parere perché vengono riportati dei pezzi di storia vissuta del quartiere, rendendo i bambini partecipi nel contesto di una sorta di ‘patto tra generazioni’. Potremmo definire “Ballaro Tale” come un’evoluzione di “Borgo Vecchio Factory”, una specie di “Borgo Vecchio Factory 2.0”.