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“From Stettin in the Baltic to Trieste in the Adriatic, an “Iron Curtain” has descended across the continent”. Da Stettino sul Baltico a Trieste sull’Adriatico, una cortina di ferro è discesa sul continente. Con queste parole, il 5 marzo 1946, Winston Churchill avvertiva sul pericolo di un’Europa divisa tra le democrazie occidentali e le dittature comuniste e filosovietiche dell’est. La divisione fu plasticamente resa 13 anni dopo, quando, il 13 agosto 1961, le autorità della Germania dell’Est iniziarono la costruzione del Muro di Berlino che avrebbe fisicamente diviso la capitale tedesca, e simbolicamente l’Europa, per i successivi 28 anni.

Hans Conrad Schumann, una guardia di frontiera orientale, ripreso mentre scappa durante la costruzione del Muro
Hans Conrad Schumann, una guardia di frontiera orientale, ripreso mentre scappa durante la costruzione del Muro

La Barriera consisteva in due muri di cemento armato paralleli e distanziati da una lembo di terra di circa 10 metri detto “striscia della morte”. Aveva il nome ufficiale di “Barriera di protezione antifascista” e doveva, nelle dichiarazioni del regime di Berlino Est, difendere la capitale della Repubblica Democratica Tedesca da una possibile invasione occidentale. Ovviamente questa era una giustificazione cui non poteva credere nessuno, il vero motivo era impedire la fuga dei cittadini orientali verso ovest, stime parlano infatti di circa 2 milioni di tedeschi orientali fuggiti passando da Berlino tra il 1946 e il 1961. Un’emorragia di risorse che il regime pensò di bloccare con cemento, filo spinato e pallottole. Nei 28 anni di divisione le statistiche parlano di 139 persone uccise dalla Polizia di Frontiera tedesco-orientale ma stime più approfondite portano il conto a oltre 200, mentre furono circa 5mila quelli che riuscirono a portarsi in salvo in Occidente.

Tra le tante vittime alcune destarono particolare sdegno. La diciottenne Marienetta Jirkowsky, fu crivellata da ben 27 colpi, Peter Fecther, anch’egli diciottenne, dopo essere stato ferito dalle guardie fu lasciato morire dopo più di un’ora di agonia davanti gli occhi inermi degli occidentali, infine Jorg Hartmann e Lothar Schleusener, di 10 e 13 anni, le più giovani vittime, uccise da due guardie di confine il 14 marzo 1966.

Il Muro sarebbe stato abbattuto il 9 novembre 1989, quando migliaia di cittadini dell’Est lo presero d’assalto a seguito della notizia dell’apertura delle frontiere tra Est e Ovest. La caduta del Muro segna simbolicamente la fine dei regimi comunisti dell’Europa orientale anche se in realtà la maggior parte di questi crollò, come l’Unione Sovietica, nel corso dei due anni successivi.

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