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Miran Hrovatin e Ilaria Alpi
Miran Hrovatin e Ilaria Alpi

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, nel marzo del 1994, erano inviati per la RAI in Somalia per seguire le vicende della guerra civile che insanguinava da anni l’ex colonia italiana. In realtà, una volta arrivati a destinazione, non si limitarono a fare la cronaca della guerra dall’albergo ma indagarono su altri aspetti collegati al conflitto. In particolare, sul traffico di armi e rifiuti tossici che coinvolgevano le parti in causa nel conflitto, sia le istituzioni occidentali che quelle locali, ovviamente con la complicità della criminalità organizzata internazionale.

Il 20 marzo 1994 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin stavano viaggiando su un pick-up accompagnati da una guardia del corpo, il veicolo fu bloccato per le vie di Mogadiscio da alcuni uomini che aprirono subito il fuoco con i loro kalashnikov. A morire furono solamente i due giornalisti. La prima ipotesi che fu fatta fu quella di una rapina andata male ma la circostanza che i banditi avessero mirato e sparato esclusivamente verso i due italiani ignorando l’autista e, soprattutto, la guardia del corpo, lasciava intuire che l’obiettivo fosse uccidere Alpi e Hrovatin e non rapinarli o sequestrarli. Più che una rapina, sembrava la scena di un agguato mafioso. Ad aumentare il mistero sulla vicenda, il fatto che nelle ore seguenti all’attentato sarebbero scomparse dalle stanze di albergo dei due gli appunti e alcune VHS in cui erano registrate interviste e spunti sull’indagine che stavano seguendo sui rifiuti tossici illegalmente scaricati nel Corno d’Africa.

L’unico processo celebrato è stato fatto a carico di Hashi Omar Hassan, indicato dall’autista del pick-up come uno degli autori dell’agguato. Hassan, dopo essere stato assolto in primo grado, è stato condannato a 26 anni in via definitiva ma sono molti i punti oscuri nella vicenda. Tra gli interrogativi senza risposta che fanno pensare non ad una semplice rapina ma ad un attentato con conseguente depistaggio vi sono: se sono davvero scomparsi, dove sono finite le videocassette e gli appunti di Ilaria Alpi? Perché i bagagli dei due reporter sono stati aperti durante il trasferimento in Italia? Perché i testimoni hanno cambiato versione più volte? Cosa aveva detto ai due il sultano Ali Mussa Bogor nell’intervista in cui un pezzo è stato misteriosamente tagliato? E’ solo una coincidenza che l’agente del Sismi  Vincenzo Licausi e il capitano Natale De Grazia, che indagavano sul traffico di scorie e collaboravano con la Alpi siano morti in circostanze misteriose tra il 1993 e il 1995? E infine, risponde a verità quanto detto un mese fa da Ahmed Ali Rage, il testimone chiave contro Hassan, ovvero che lui si sarebbe inventato tutto perché convinto, dietro pagamento, da non meglio identificati italiani perché “volevano chiudere in fretta il caso”?

Le speranze di arrivare ad una verità non sono infrante anche se più passa il tempo minori solo le possibilità di trovare prove. Anche la decisione del Governo, un anno fa, di desecretare i documenti dei servizi segreti sul caso Alpi-Hrovatin non sembra, finora, aver fatto emergere importanti elementi.

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