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Oggi le 42 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono partite da Portopalo di Capo Passero, nella punta meridionale della Sicilia, dove si sono incontrate le delegazioni salpate da Augusta, Barcellona e Tunisi.

Dopo settimane di attesa, di ritardi dovuti alla messa in sicurezza delle imbarcazioni e alla difficoltà che il coordinamento dei vari nodi a distanza impone, la flotta è compatta. Solca le onde del Mar Mediterraneo in attesa che la flotta greca, l’ultima ad unirsi, li raggiunga nelle acque internazionali.
Il punto di incontro è il Mar Mediterraneo. La direzione è Gaza.

Abbiamo incontrato e conosciuto una parte della Global Sumud Flotilla al porto di Augusta.
Persone comuni provenienti da quarantaquattro paesi, dal mondo operaio, dell’arte, della sanità, dell’attivismo, ritratte nel momento in cui stavano ultimando i preparativi, mettendo a punto le barche della flotilla in partenza dalla Sicilia per raggiungere le altre imbarcazioni provenienti da Spagna, Tunisia e Grecia.

Abbiamo deciso di raccontare, attraverso chi ha preso parte alla missione via mare civile e non violenta più grande della storia, le ragioni che hanno spinto a organizzare una flotta, addentrandoci in una riflessione critica che parte dal privilegio, in termini geografici, sociali e culturali di chi parte e attraverserà il mare.

D’altra parte, abbiamo analizzato le possibili azioni da intraprendere per chi resta a terra, per fare pressioni sui governi e le istituzioni, continuando a far luce sul genocidio in atto.

Oltre a registrare la complessità, l’umanità, le contraddizioni e le speranze, parlando con l3 partecipanti alla missione abbiamo raccolto diverse informazioni. Tra queste, condividiamo un valido strumento open source e in aggiornamento, creato da Forensic Architecture, una realtà indipendente che raccoglie dati e conduce ricerche sul comportamento militare di Israele a Gaza, con un focus sul targeting degli aiuti e delle infrastrutture umanitarie.