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Una strada asfaltata che attraversa la città vecchia della capitale Sana'a, zona patrimonio mondiale dell'umanità secondo l'Unesco
Una strada asfaltata che attraversa la città vecchia della capitale Sana’a, zona patrimonio mondiale dell’umanità secondo l’Unesco

Lo Yemen è attraversato da 71.300 chilometri di strade, di cui solo 6.200 chilometri asfaltate. E’ il sessantaseiesimo Paese al mondo per chilometraggio di strade percorribili, secondo il World Factbook della Cia. Poche, se si pensa ai quasi 528 mila chilometri quadrati in cui si estende lo Yemen. Tredici volte la Svizzera, anche se i due paesi – almeno per quanto riguarda questi numeri – sono distanziati in classifica da una sola posizione e da 164 chilometri di differenza. In più, come riporta un documento della biblioteca del Congresso americano, viaggiare a nord e a sud dello Yemen presenta notevoli differenze: “nel nord, le strade che collegano Sana’a, Taiz e al-Hudaydah sono buone, così come lo sono i servizi bus interurbani. Nel sud del Paese, le strade scarseggiano e hanno bisogno di manutenzione, fatta eccezione per la strada che collega Aden-Taiz”.

Proprio dalla città portuale di Aden parte quello che è stato definito “il più grande progetto di infrastrutture nella storia dello Yemen”. Si tratta di collegare il sud e il nord del Paese – fino al confine con l’Arabia Saudita – con una autostrada di 710 chilometri. Per contribuire attivamente al progetto promosso dal governo centrale di Sana’a, la Banca Mondiale ha preso in appalto una parte dei lavori per la realizzazione dell’autostrada. Il 2 giugno scorso è partito così il  “Corridor Highway Project”, progetto da 133 milioni di dollari che si pone come obiettivo quello di costruire in tre anni i primi 140 chilometri dell’autostrada a doppia carreggiata – e a quattro corsie complessive – che collegherà Aden a Taiz. Il progetto mira a creare 4.000 posti di lavoro e potrà andare avanti anche grazie ai 320 milioni di dollari stanziati dal Saudi Fund for Development, agenzia governativa saudita che dal 1975 si occupa di aiuti ai Paesi in via di sviluppo.

Una volta completata – si legge sul sito della Banca Mondiale – la nuova autostrada “aumenterà il flusso commerciale interno agevolando la circolazione di persone e merci”. Ma non solo. “Collegando il porto della città di Aden con le zone interne, e lo Yemen con l’Arabia Saudita, l’autostrada sarà un catalizzatore per il commercio internazionale”, dicono dalla Banca Mondiale. Un altro dato che spiega la necessità di un collegamento unitario del Paese da nord a sud è quello della totale assenza di una linea ferroviaria nello Yemen. Inoltre i lavori prevedono la realizzazione di un condotto per la posa di un cavo per la fibra ottica che potrebbe diventare quella che la Banca Mondiale definisce “la nuova autostrada dell’informazione dello Yemen”. Con il lancio del “Corridor Highway Project”, arrivano a 1,15 miliardi di dollari i fondi complessivamente messi a disposizione dall’International Development Association – il fondo della Banca Mondiale per i paesi più poveri – per la realizzazione di progetti nello Yemen.

“Troppi soldi sulla carta, e non abbastanza in pratica” secondo Nabil Ali Shaiban – membro dello staff della Banca Mondiale a Sana’a – che lamenta una “erogazione degli aiuti in Yemen decisamente limitata dalle deboli capacità di assorbimento del Paese”. A entrare in gioco – scrive – ci sono anche la situazione politica instabile e il peggioramento della sicurezza interna. Il Paese è sull’orlo di una guerra civile, il presidente Abd-Rabbo Mansour Hadi si è dimesso ormai da più di un mese e i ribelli sciiti Houthi continuano a conquistare le zone vicine alla capitale Sana’a. “La recente ondata di violenza ha rallentato la consegna degli aiuti oltre che, in casi estremi, ha portato ad un totale congelamento dei fondi”, continua Nabil Ali Shaiban. Segno che i fondi sono stati stanziati ma per unire lo Yemen ci vorrà ben più di un’autostrada.

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