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Parte domenica 5 marzo, alle ore 19.00, Il Porco Rosa, il primo di una serie di incontri su tematiche di genere e dinamiche relazionali organizzati dal circolo Arci Porco Rosso. E allora, se vogliamo rompere un po’ di stereotipi su ruoli sociali di donne e uomini e sfatare qualche tabù in tema di sessualità, ma non solo, non ci resta che partecipare.

“La nostra iniziativa nasce per due ragioni molto semplici – spiegano a Maghweb i componenti del collettivo che hanno organizzato l’iniziativa – la consapevolezza che il conflitto di genere è un tema attuale e drammaticamente espresso secondo una gerarchia sessista che vede ancora patriarcato e maschilismo dominare in tanti ambiti della vita pubblica e privata dei contesti in cui viviamo e lavoriamo; la necessità di avviare un percorso di sensibilizzazione che si riveli utile a riconoscere quanto anche nei contesti che di solito si considerano immuni alla cultura sessista in realtà si annidino pratiche relazionali, linguaggi e comportamenti condizionati dal maschilismo e da alcune forme di discriminazione di genere. Motivati da queste due ragioni, abbiamo avviato un confronto che ha suscitato fin da subito molto interesse all’interno del nostro collettivo con un dibattito costruttivo che ha fatto emergere punti di vista e sensibilità differenti, che abbiamo pensato di aprire a più persone possibili. Siamo anche consapevoli, però, che paradossalmente il crescente interesse per questo tema, dovuto ad organizzazioni e singole persone che da decenni si mobilitano meritevolmente per affrontarlo, a volte abbia portato ad una pericolosa assuefazione persino rispetto ai casi di violenza più efferata che la cronaca ci riporta periodicamente. Succede facilmente quindi che si recepiscano acriticamente i linguaggi dei media quando riportano come “passionali” violenze e omicidi che invece andrebbero ascritti alla sopraffazione maschilista, succede che si ridicolizzi chiunque provi a declinare i sostantivi e gli aggettivi riconoscendo il genere femminile o che suggerisca anche solo di riflettere su quanto sia privo di senso che il cognome dei figli sia sempre e solo quello del padre, e così via per ogni occasione in cui si prova a fare emergere il conflitto sovvertendone l’equilibrio tradizionale. Ed è proprio dal linguaggio che ci piace partire, convinti che questo sia non solo espressione di un pensiero ma anche formatore del pensiero stesso. Così abbiamo deciso di proporre degli incontri informativi sulle violenze (non solo fisiche) di genere in ambito lavorativo, familiare, sociale e mediatico, valorizzando il significato che queste hanno nei contesti relazionali personali e politici”.

Il contesto sarà quello tipico del Porco Rosso, creativo e informale, con un quizzone che sfiderà i partecipanti a provare le proprie conoscenze sui temi dell’incontro: “il primo incontro verterà sulla sessualità perché è un ambito di interesse universale in cui la differenza di genere se valorizzata diventa occasione di arricchimento, se invece è interpretata secondo i criteri del maschilismo la sessualità diventa essa stessa uno strumento di prevaricazione”.

Il tema della sessualità e della prevenzione verrà esplorato con il contributo di alcuni esperti: interverranno la Ginecologa Alessandra Cerrito, la psicologa Danila Taccone, la consulente della salute e benessere sessuale della donna Valentina Cantavenera e la conduttrice della trasmissione radiofonica “Il Salto della Quaglia” Clara Triolo. “Non sarà un seminario scientifico, – concludono – ma un momento di confronto informale che, avvalendosi delle competenze scientifiche dei relatori quanto delle sensibilità politiche dei partecipanti, si pone l’obbiettivo di informare sui vari aspetti della sessualità, dalla prevenzione all’erotismo, dalla biologia alla contraccezione, dalla medicina alle specificità sociali dei territori. Il tutto con l’auspicio che tramite il giusto equilibrio fra la leggerezza del gioco a quiz e lo spessore dei temi trattati, l’aggregazione possa essere ancora una volta il contesto più adatto per combattere l’ignoranza e la conseguente cultura sessista che ne deriva”.