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Casualità, collaborazione e bellezza: capita un giorno che incontri Eliana per strada e dopo 5 minuti Palermo al Contrario e Maghweb decidono di passare la la giornata a braccetto e accade che i primi mettano le parole i secondi le immagini e ne esca una bella riflessione sulla nostra città, sulla cultura, sulla musica e sul modo di vivere assieme a due dei componenti storici dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Buona lettura, buona visione!

Di Eliana Messineo

Ci sono cose che fai quando hai vent’anni che adesso a pensarle ti sembrano un po’ folli. Come andare in vacanza, ad Agosto, a Roma, come una qualsiasi turista americana o giapponese che arranca sotto il solleone estivo, alla ricerca di una fontanella in cui riempire la tua bottiglietta d’acqua. Solo che tu non sei americana e neanche giapponese ma sei siciliana e hai lasciato, a qualche migliaia di kilometri, un bel mare cristallino e refrigerante, che la spiaggia di Focene non ti ricorda neanche lontanamente. Ti può capitare anche di dimenarti e cantare in un improbabile arabo-italico, una canzone che il tuo amico Emanuele, regista e montatore “romano de Roma”, mette a palla nella sua macchina, andando su e giù per la Prenestina.

La palermitana in vacanza a Roma ero io e la canzone leit motiv della vacanza era Ena Andi. Impossibile non ballare e muoversi. Energia, allegria e funky arabo-mediterraneo. Una combo che ti fa innamorare al primo ascolto. Così, al ritorno a Palermo, calda e accogliente come non mai (se non altro perché è ferragosto) mi metto a cercare tutto lo scibile su Ena Andi e scopro che è un brano dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Ogni riga che leggo, ogni canzone che ascolto, mi consentono di mettere un tassello in più di questa storia fantastica: un’orchestra nata per salvare un cinema, istituzione culturale storica di Piazza Vittorio, che a sua volta è il centro e il cuore pulsante del quartiere dell’Esquilino, un concentrato di culture, popoli, facce e storie di tutto il mondo. Quel cinema rischiava di esser chiuso nel 2002 e allora Mario Tronco, musicista degli Avion Travel, campano residente a Roma, con una finestra domestica proprio rivolta su Piazza Vittorio, ha un’idea: chiama a raccolta altri amici musicisti italiani e gli dice “ma perché non facciamo un concerto mettendo insieme musicisti che rappresentino la diversità culturale di questo quartiere?”.

Un’idea folle, una ricerca lunga, una difficile amalgama di lingue diverse, abitudini diverse, strumenti e stili musicali che non ci azzeccano nulla con l’altro. Almeno all’apparenza. Tutto ben documentato nel docufilm sull’Orchestra, di Agostino Ferrente, promotore dell’iniziativa insieme a Tronco.

Era l’estate del 2005, quella delle mie vacanze romane. A distanza di poco più di un anno, sempre estate, settembre, ma un’altra piazza e questa volta di Palermo: l’Orchestra di Piazza Vittorio a Piazza Magione. Vado! La piazza è quasi vuota. Ma io ci sono, là sotto al palco, pronta a sentire finalmente dal vivo le canzoni dei due cd che ascolto a rotazione da mesi. Il concerto finisce, io tutta contenta torno a casa e decido che glielo devo dire che sono fantastici. Così scrivo a qualcuno di loro e comincio a essere un’amica del mondo rappresentato dall’Orchestra.

Passa qualche anno. L’estate è finita e in verità mi trovo nel bel mezzo di un freddissimo inverno parigino. E di nuovo, una bella notizia: l’Orchestra in concerto con una sua personalissima interprestazione del Flauto Magico di Mozart. Incredibile, penso. Ci devo andare! E così faccio. E per arrivare a Bobigny, nella periferia nord est di Parigi ne devo fare di strada. Ma anche questa volta, un’ora e mezza di gioia in musica. Che prosegue dopo, in giro per le strade della Ville Lumière, in compagnia dei miei amici musicisti.

Insomma, il caso e i viaggi, con questa storia c’entrano molto. E così continua. Qualche settimana fa incontro Vincenzo in centro, a Palermo. Ho appena ritirato i miei biglietti per Il Flauto Magico perché l’OPV è finalmente a Palermo, al Teatro Biondo. Felicità immensa. Faccio una testa tanta a Vincenzo consigliandogli di andare a vedere uno spettacolo bellissimo e poi mi si accende una lampadina: “Ma scusa, te li presento. E’ perfetto per Maghweb, anzi, perché non facciamo insieme una bella intervista con Palermo al contrario? I nostri blog in fondo parlano di Palermo e di mondo, di una città che vogliamo accogliente, multiculturale e capitale di umanità più di tutto il resto”.

Il caso ha voluto che ci incontrassimo quel giorno, io e Vincenzo e che le nostre idee e passioni, che cerchiamo di portare avanti con tante altre persone, si incontrassero in un piccolo racconto di un grande mondo, quello che ognuno dei musicisti di Piazza Vittorio rappresenta.

Il resto del racconto, di casualità, viaggi, incontri, lo facciamo attraverso le parole di Sanjay  Kansa Banik e Carlos Paz, due dei musicisti dell’Orchestra, con i quali abbiamo trascorso una bellissima giornata in giro per Palermo. Uno dei maggiori musicisti indiani di tabla e un magnetico suonatore di flauti andini e cantante ecuadoregno. Sanjay e Carlos ci hanno raccontato di diversità, di partenze, di migrazioni, di accoglienza, di lotta, di impegno, di musica come lingua universale, di ascolto come necessità per comprendersi e abbattere le differenze.

Il racconto migliore di questa storia sono i volti, la musica, i colori di questi fantastici musicisti e di queste meravigliose persone. L’Orchestra di Piazza Vittorio è un “giardino che va coltivato” come lo sono le persone e le relazioni che le legano, spesso ispirate dal caso, ma che poi necessitano di comprensione e volontà per essere consolidate, per diventare un’orchestra in cui ognuno suona ciò che gli è proprio, producendo un suono unico, armonioso, capace di trasmetterci gioia e di farci sentire parte di questa storia comune.