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La notte delle matite, a 40 anni dal massacroSono passati esattamente 40 anni dalla “notte delle matite”, nome in codice dato dalla polizia argentina ad una delle sue operazioni repressive durante la dittatura di Jorge Rafael Videla.

Lo scopo dell’azione era quello di colpire, durante la notte, gli studenti delle scuole superiori che si fossero resi colpevoli di “attività atee ed anti nazionaliste”. Il blitz si inseriva nel contesto del cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale voluto dal regime di Videla che aveva preso il potere in Argentina il 24 marzo 1976.

L’operazione, che nel ricordo popolare è stata definita anche come la “notte delle matite spezzate”, ebbe luogo a La Plata, capoluogo della Provincia della capitale argentina Buenos Aires, nella notte del 16 settembre 1976.

In particolare, vennero sequestrati sei tra studenti, militanti e simpatizzanti della cosiddetta Unión Estudiantil Secundaria (UES), responsabili agli occhi del regime, della partecipazione alle manifestazioni organizzate per protestare contro l’abolizione del Boleto Escolar Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali sconti sul prezzo dei libri di testo ed una riduzione del biglietto per l’utilizzo dell’autobus. Nei giorni successivi furono arrestati altri studenti, tra cui Pablo Diaz, che sarà l’unico a sopravvivere e a poter raccontare l’orrore di quei giorni.

Secondo il rapporto redatto dopo la fine della dittatura militare dalla CONADEP (Commissione Nazionale sui Desaparecidos), la polizia della Capitale aveva organizzato una campagna mirata contro gli studenti che avevano preso parte alle proteste che erano considerata dalle forze armate come “attività sovversiva”. Per questo motivo, dopo il loro arresto, citando testualmente il rapporto, “gli adolescenti sequestrati avrebbero dovuto essere eliminati dopo aver fatto loro soffrire pene indicibili in diversi centri di detenzione clandestini, come quelli di Arana, Pozo de Banfield, Pozo de Quilmes e la centrale di polizia della Provincia di Buenos Aires”.

Tutti i sei giovani arrestati nella notte del 16 settembre scomparvero finendo nella lunghissima lista di desaparecidos. Per ricostruire la vicenda fu fondamentale la testimonianza di Pablo Diaz, unico superstite tra gli studenti sequestrati. Diaz, oltre alle torture e ai maltrattamenti, subì anche una pena reclusiva di quattro anni, inflittagli, ovviamente, senza un regolare processo.

Grazie anche al racconto di Diaz, nel 1986 è stato realizzato un film, La notte delle matite spezzate, dal regista argentino Hector Olivera sui fatti accaduti quella notte e nei giorni successivi.

L’episodio ricordato con il nome notte delle matite, è solo uno dei tanti massacri che purtroppo si sono registrati durante le varie dittature che hanno caratterizzato la storia dell’Argentina e dell’America Latina in genere, molti dei quali ancora oggi conservano vari lati oscuri e le indagini successive non hanno ancora consegnato le giuste verità alle famiglie delle vittime.