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Un dottore della Sierra Leone durante un corso di formazione nell'ambito dell'operazione Gritrock, il piano operativo di contrasto al virus Ebola promosso dalla Gran Bretagna. Dal primo dicembre scorso, il governo britannico ha appaltato la gestione di alcune attività di formazione della popolazione locale alla International Organization for Migration
Un dottore della Sierra Leone durante un corso di formazione nell’ambito dell’operazione Gritrock, il piano operativo di contrasto al virus Ebola promosso dalla Gran Bretagna. Dal primo dicembre scorso, il governo britannico ha appaltato la gestione di alcune attività di formazione della popolazione locale alla International Organization for Migration

Sono 9.823 le vittime causate in un anno dalla diffusione dell’epidemia di Ebola in Africa Occidentale. I casi “confermati, probabili e sospetti” sono in tutto 23.983. A rilevarlo sono gli ultimi dati – aggiornati al 5 marzo – forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che monitora costantemente gli effetti dell’EVD – acronimo che sta per Ebola Virus Disease – sulle popolazioni della Liberia, della Guinea e della Sierra Leone. L’obiettivo delle Nazioni Unite resta quello di azzerare il numero di nuovi casi registrati, e un’efficace azione di prevenzione e contrasto all’epidemia arriva non solo dal personale qualificato delle grandi Ong internazionali, ma anche dalla popolazione locale, attraverso specifici percorsi di formazione.

A Freetown, capitale della Sierra Leone, dal primo dicembre del 2014 l’International Organization for Migration – organizzazione intergovernativa con sede a Ginevra – gestisce le attività dell’Ebola Training Academy, con l’obiettivo proprio di formare personale locale perfettamente in grado di operare sul campo nelle Ebola Treatment Units dislocate nel paese. Il progetto è interamente finanziato dal Department for International Development – il dipartimento britannico che si occupa di assistenza umanitaria nel mondo – con un contratto d’appalto firmato a fine novembre scorso da quasi 6 milioni di euro. L’attività dell’IOM nella sede di Freetown è supportata anche dal Center for 13Disease Control and Prevention – agenzia federale del governo statunitense – grazie a un contratto da 264.000 dollari che serve a coprire le spese di formazione del personale addetto ai controlli dell’aeroporto internazionale di Freetown, sempre in ottica di contenimento del virus Ebola.

In tre mesi, l’IOM ha già formato 4.000 assistenti sanitari, e l’Ebola Training Academy è la più grande struttura di formazione in tutta la Sierra Leone, con uno staff formato da trenta istruttori e da dieci pazienti guariti dal virus Ebola.  Le attività si svolgono tra i corridoi e le aule della facoltà di infermieristica e quella di medicina della University of Sierra Leone di Freetown, ma non solo. Una riproduzione di una Ebola Treatment Unit – le basi operative dove si curano i pazienti affetti da virus Ebola – è stata montata allo Siaka Stevens National Stadium così da permettere agli aspiranti operatori di poter effettuare simulazioni di intervento.

In un video pubblicato il due marzo scorso sul canale ufficiale dell’International Organization for Migration, la testimonianza del “paziente esperto e sopravvissuto” Gibril Kamara, e quella del dottor Daesmond Maada Kangba, istruttore dell’IOM all’Ebola Training Academy di Freetown.

 

 

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